Progetto finanziato dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziali) nell’ambito del PON INCLUSIONE con il contributo del Fondo Sociale Europeo 2014-2020

Un esercito di amanti non può perdere: storia dei Pride a Messina


Il primo Pride di Messina si è svolto l’8 Giugno del 2019, una giornata di gioia e allegria, nel cuore dell’estate cittadina, a cui hanno preso parte migliaia e migliaia di persone, scese in piazza in nome dell’uguaglianza e dei diritti, per urlare il proprio fermo e  forte no a ogni forma di intolleranza. Un fiume multicolore che ha attraversato le strade del centro fino a sera, con il raduno conclusivo a Piazza Municipio, davanti a Palazzo Zanca, da cui pendeva un grande drappo con la bandiera Lgbtq+. Un giorno importantissimo, per Messina, che dopo tante polemiche e qualche brutto (ma sporadico) episodio avvenuto nei mesi precedenti alla parata, si è riscoperta com’è sempre stata: aperta e inclusiva.

Sono stati giorni concitati, quelli antecedenti all’evento,  già a partire dall’annuncio, fra divergenze politiche e tensioni sui social, ma alla fine hanno prevalso l’orgoglio e la voglia di stare assieme, con una grande festa durata ore e ore, che ha colorato la città fino a tarda sera.

L’occasione per ribadire la totale contrarietà a ogni forma di omofobia e razzismo si è ripresentata poi l’anno seguente,  il 23 luglio 2022, dopo due anni di stop imposto dalla pandemia (sempre in quell’anno la Sicilia ha fatto l’en plein con nuove edizioni anche a Ragusa e a Trapani, oltre a quelle già presenti di Palermo, Catania, Messina e Siracusa). A prendere parte alla seconda edizione dello Stretto Pride sono state circa 3000 persone di ogni età e orientamento sessuale, in marcia dalle 17:30 da Piazza Antonello, per giungere infine a Piazza Unione Europea, passando da Corso Cavour, via Tommaso Cannizzaro e via Garibaldi. A intervenire nel discorso finale, dal grande carro in testa al corteo, il presidente di Arcigay Makwan Rosario Duca e la madrina della manifestazione, Lady Doretta, che ha ribadito le ragioni della parata, accolta dall’entusiamo e dai cori dei presenti.

«STASERA, DA QUESTO PALCO, non parlerà la politica, perché la politica deve ascoltare le rivendicazioni della piazza, del popolo Lgbt, dei diversamenti abili e di tutte le persone che si vedono negare i diritti. Non ci siamo mai fatti intimidire e mai lo faremo. Sono sicuro che questo carro sarebbe andato avanti anche se l’avessimo dovuto tirare con le corde, in risposta a chi voleva vederci vinti». Parole di Rosario Duca dal palco itinerante al termine della parata, di fronte al Municipio illuminato per l’occasione con i colori arcobaleno. Di fronte a lui una grande e rumorosa folla, scesa in strada per celebrare l’amore e la diversità, fra balli, canti e allegria e goliardia: è il ritratto dello “Stretto Pride 2022 – Un mare di pace”, evento che ha visto protagonisti tantissimi cittadini, in larga parte giovani e giovanissimi, pronti a scendere per le strade della città nel segno dell’amore, in tutte le sue forme. Malgrado il caldo torrido dell’estate cittadina, Messina ha risposto nuovamente “presente”, lasciandosi alle spalle i due anni da incubo del lockdown e delle norme anti assembramento. La partenza del corteo arcobaleno, con destinazione Piazza Unione Europea, è avvenuta da Piazza Antonello, ed è stata accompagnata da un grande “tir-palcoscenico” sul quale si è esibita l’animazione a cura dell’OMD, gruppo che ormai da tanti anni organizza tantissime serate tra Messina e Villafranca. Numerose le “sigle” presenti, da Arcigay, ovviamente, al collettivo transfemminista dell’Arci, o ancora l’associazione Liberazione Queer e il collettivo Non Una di Meno, così come non hanno fatto mancare il loro appoggio  sindacati, partiti e associazioni di categoria. A prendere parte alla manifestazione anche vari esponenti politici. Al centro del dibattito, in particolare, il tema di una legge contro l’omobitransfobia e la necessità di un testo legislativo per combattere l’odio e la violenza nei confronti di tutta la comunità, con specifico riferimento al ddl Zan affossato in Senato il 27 ottobre del 2021 per appena 23 voti.

condividi su